Killer Instinct

Privata Wolverine

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    Grampasso - Wolverine
    Ifirid - NPC Vari


    Ci sono vari modi di decidere che tipo di preda fosse la prossima sulla lista di Kraven il Cacciatore. A volte si trattava di animali particolarmente rari, volendo aggiungere quell'essere alla sua collezione prima che fosse troppo tardi. A volte si trattava di una sfida personale rispetto a della selvaggina considerata estremamente pericolosa, volendo lui provare di non essere al di sotto di alcun animale su questa Terra.
    A volte era una semplice questione di numeri: una persona meno minuziosa avrebbe perso il conto dopo il primo migliaio, ma Kraven ben sapeva di aver sotto la sua cintura 2143 differenti specie di serpenti, alcuni piccoli e velenosi, altri estremamente grandi per poter stritolare la propria preda; lui li avrebbe cacciati tutti finanche li avesse sperimentati tutti.
    Più raro era qualcuno che venisse da lui a richiedere l'eliminazione di una preda. Solitamente erano animali particolarmente aggressivi o mutazioni genetiche che rendevano specie solitamente inermi pericolose alla fauna umana del posto. La maggior parte delle nazioni avevano un modo per contattare o almeno catturare l'attenzione del cacciatore quando lo reputassero necessario, per il Canada si trattava di un telefono cellulare dedicato che gli era stato regalato dopo aver eliminato un Orso Polare considerato particolarmente aggressivo.

    Un..castoro? Mi avete contattato per cacciare...un castoro?

    N-non un castoro normale, signor Kraven, un mutante di almeno tre metri in grado di radere al suolo una casa in pochi minuti.

    Mh...hai catturato la mia curiosità. Va bene, lo caccerò.

    Il viaggio verso il Grande Nord Bianco fu più rapido del solito, essendo in un volo organizzato da uno stato e non qualcosa che il Cacciatore doveva organizzare da sè. Le informazioni fornitegli dai fascicoli presenti a bordo erano abbastanza per preparare un piano, una volta arrivato sull'ultimo posto dove la sua preda era stata avvistata non dovette chiedere altre informazioni, aveva un piano.
    Prima di tutto doveva individuare il suo obiettivo e vari giorni passarono, con Kraven che si riforniva di cibo attraverso l'arte più antica e nobile su questa Terra, la caccia.
    Dopo un paio di settimane, la trovò. Era davvero grossa, sembrava più un orso che un castoro.

    I suoi denti saranno un'ottima aggiunta.

    Preparò una ghiotta colazione per l'animale gigante, sia carne che legna, per poi lasciare tracce di sangue che avrebbe potuto seguire. Muoversi sugli alberi era un ottimo modo per non farsi notare, essendo i castori non atti alla scalata. Non ci volle molto per catturare la sua attenzione e portarlo dove voleva, una zona in mezzo agli alberi dove c'erano abbastanza rami da permettere rapide scalate.
    Appena notò come fosse distratta dall'offerta fornitagli, Kraven attaccò.
    Il combattimento durò un paio d'ore. L'idea del cacciatore di usare gli alberi gli si rivoltò contro quando il castoro si dimostrò in grado di buttarli giù con una zampata, ma aveva previsto quella eventualità e l'avere vari alberi attorno impediva a quello in caduta di arrivare a terra, fornendo ancora un supporto per i movimenti del cacciatore.
    Tanti piccoli tagli fatti prima con la lancia e poi con un coltello stancarono il castoro, che ad un certo punto cadde, stremato dalle ferite subite e dalla fatica della lotta. Kraven si avvicinò e, dopo aver fatto un cenno di rispetto verso un avversario valido, lo scuoiò. Non era certo che la sua pelle fosse adatta ad essere indossata, dipendeva da che tipo di mutazione avesse ricevuto questo castoro. Non gli avevano dato troppi dettagli, ma prima di indossarlo avrebbe fatto testare la pelle per delle radiazioni. Intanto però i suoi denti avrebbero realizzato ottimi pugnali.
    Fu mentre stava lavorando a quelle armi che sentì degli avventori di un bar locale parlare della sua caccia.

    Avete sentito? Il castoro è stato ucciso da uno Yankee.

    Bah, ci ha messo pure troppo, Wolverine lo avrebbe seccato in un giorno e sarebbe già qui a bere, vero orgoglio Can-

    Un coltello si conficcò sulla parete a pochi centimetri dalla testa del secondo uomo, zittendolo.

    Posso passare oltre l'essere chiamato Yankee, ma tu stai offendendo la mia abilità nella caccia.

    Amico, era...era solo per dire. Sono certo che..

    Ormai hai detto le tue parole, ne vivrai delle conseguenze.

    -- UNA SETTIMANA DOPO --

    I giornali ancora parlavano della strage nel pub di Cold Lake: tutti i 12 clienti più il barista erano stati trovati squartati da delle zanne di qualche tipo. Sul bancone venne trovata una maschera che ricordava particlarmente quella del noto mutante Canadese Wolverine, anch'essa squarciata a metà. La polizia non aveva particolari piste da seguire se non quella di uno straniero che era stato visto girare in paese da alcuni, ma non vi era traccia di costui per porre domande.
     
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    WOLVERINE
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    ° Giubbotto in pelle
    ° Camicia a scacchi
    ° Jeans
    ° Stivali con tacco
    ° Cintura di cuoio
    ° Costume da Eroe (Giallo con rifiniture blu)

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    Il suono delle sirene lo mise in allarme già molto prima che giungesse alle soglie della cittadina canadese Cold Lake. Quando emerse dalla boscaglia la raggi di luce blu e rosso si alternarono velocemente sul suo viso. Pattuglie. Non un buon segno. Aguzzò la vista, e vide che le entrate alla città erano sorvegliate da diversi agenti in divisa muniti di torce e distintivo. Volse lo sguardo alle basse case tipiche della zona e vide una serie di automobili della polizia, ammassate nei pressi del pub dove andava di sovente quando aveva bisogno di buttare giù un goccio. Era evidente che per quella sera sarebbe stato impossibile per lui bere lì, nondimeno la curiosità lo spinse ad indagare a fondo sulla faccenda. Probabilmente era morto qualcuno, voleva sapere se la vittima era qualcuno che lui conosceva, anche soltanto di vista, considerata la sua scarsa attitudine a farsi nuovi amici.

    Non vide perché gli agenti avrebbero dovuto fargli problemi se avesse preso dalla strada principale, dopotutto era estraneo ai fatti, e lo dimostrava il fatto che stesse arrivando da fuori dopo una settimana di latitanza nei boschi. Rimase quindi sorpreso quando, cercando di passare inosservato al posto di blocco, uno degli agenti sgranò gli occhi e puntandogli una pistola contro gli intimò a gran voce:

    ALT! POLIZIA DI COLD LAKE! MANI IN ALTO!

    Logan non perse la calma, guardò l'agente perplesso, dopodiché alzò le mani assecondando la sua richiesta e gli rispose:

    Calma cocco, metti via quell'affare prima che tu ti faccia male.

    L'agente si avvicinò velocemente nella sua direzione, seguito appresso da altri due, sempre con le armi puntate contro di lui. Il ragazzo che gli aveva intimato l'alt adesso stava tirando fuori dal cinturone un paio di manette, pronto ad applicarle su di lui:

    E' in arresto per la strage al Pub di Cold Lake! Lei ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà potrà essere e sarà usata contro di lei in tribunale. Ha diritto a un avvocato durante l'interrogatorio. Se non può permettersi un avvocato, gliene sarà assegnato uno d'ufficio.

    Ma di che stai parlando? Sono appena arrivato!

    L'agente sembrò non dargli ascolto, ormai era ad un passo da lui, e l'istinto ebbe la meglio. Reagendo al pericolo, ma senza voler uccidere l'agente, sfoderò gli artigli, puntando alla pistola con un fendente della mano destra. L'arma fece fuoco in seguito alla reazione di paura dell'agente, ed il proiettile prese di striscio il braccio munito di artigli che la tagliò in tre parti. Non aveva calcolato bene le distanze, finendo per tranciare un dito al giovanotto che la impugnava. Un fiotto di sangue cominciò a fuoriuscire, mentre quest'ultimo si teneva il polso con la mano sana, inginocchiandosi e cominciando ad urlare di dolore. Gli altri agenti presero a fare fuoco nella sua direzione. Era meglio togliere le tende. Si girò in direzione del passamano del ponte, tuffandosi di sotto. Il letto del fiume era quasi asciutto e l'acqua poco profonda, e le sue ginocchia gli trasmisero una fitta di dolore quando atterrò con la convinzione di potersi immergere.

    Nel frattempo gli agenti avevano raggiunto il cornicione. Uno di loro si mise a sparare, ed i proiettili provocarono dei piccoli spruzzi d'acqua, mentre l'altro, non convinto di poter fare lo stesso salto di Wolverine, si mise a correre per raggiungere l'estremità del ponte e scendere di sotto attraverso il sentiero.

    Wolverine non perse tempo, corse sotto il ponte, e vedendo una grata sulla parete, probabilmente un canale di scolo proveniente dalla cittadina, estrasse gli artigli, provocando uno squarcio nella recinsione. L'adamantio taglio come burro le sbarre di ferro spesse appena pochi centimetri. Si addentrò lungo il tunnel, cercando di orientarsi tra i cunicoli, nella speranza di poter raggiungere il pub. Solo così avrebbe potuto vederci meglio sulla questione.

    Un'ora dopo

    Guardò verso l'alto. Il punto doveva essere quello. Sentì dei rumori in lontananza, scarpe con tacchi bassi percorrevano le vie tortuose della rete fognaria alla sua ricerca. Gli agenti erano ancora sulle sue tracce. Si abbassò, portando l'orecchio a filo con il pavimento. Non riuscì a quantificare quanti potevano essere, il rimbombo naturale fornito dalla galleria alterava i suoni e quindi la percezione che Wolverine aveva di essi. Sentì chiaramente che avevano portato dei cani, ma ancora una volta non seppe quantificare quanti. Doveva muoversi, i cani avevano un ottimo olfatto, in breve tempo sarebbero stati da lui. Pose la prima mano sui pioli della scala incastrati nel duro cemento, e cominciò a salire verso l'esterno. Una volta giunto in cima alzò il tombino di pochi centimetri, assicurandosi che l'area fosse libera prima di avventurarsi fuori.

    C'erano giusto una decina di agenti. Vide poco lontano, ad una decina di metri, la facciata in legno tipicamente rustica del pub dove aveva trascorso parecchie notti insonne degli ultimi mesi. Non voleva fare del male agli agenti, stavano soltanto facendo il loro dovere, anche se male.

    Forse sono io che sto reagendo in maniera sbagliata. Forse avrei dovuto farmi arrestare, interrogare, dimostrare la mia innocenza in un altro modo che non sia questo. Così mi sto solo dando la zappa sui piedi. Troppo tardi in ogni caso, gli agenti al ponte ormai avranno trasmesso la notizia agli altri, sarà stato dato l'ordine di sparare a vista.

    All'improvviso una delle ricetrasmittenti delle volanti iniziò ad emettere un suono, e tutti gli agenti accorsero per ascoltare le ultime novità. Sfruttò quel momento di distrazione per uscire dalle fogne, e procedendo con passo spedito ma mantenendosi basso, raggiunse con uno scatto la facciata. La porta era troppo ben sorvegliata, doveva trovare una alternativa. Estrasse un artiglio, e trapasso il gancetto che teneva chiusa la finestra, poi con un balzo fu dentro, e d'un tratto desidero essere nuovamente fuori.

    L'odore di sangue misto alla scena raccapricciante di gole squarciate e interiora sparse sul pavimento risvegliò in lui più di un istinto animale. Strinse i pugni mentre gli artigli venivano fuori da soli. Camminò sul pavimento appiccicoso fino a raggiungere il bancone. Adesso tutto era chiaro. Una maschera, una replica perfetta della SUA maschera, giaceva recisa in due parti sul legno massiccio del bancone.

    Pensano sia stato io.

    Si voltò in direzione della finestra dalla quale era entrato. Aveva trovato un modo per dimostrare la propria innocenza. Trovare il bastardo che aveva fatto questo e portare la sua testa in centrale. Prima però l'avrebbe fatto parlare, aveva bisogno che confessasse i suoi peccati in pubblica piazza.
     
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    Non era particolarmente esperto nella caccia all'uomo, ma per certi versi era molto più semplice di quella agli animali selvatici. Estremamente facile fare in modo che gli altri umani ti dessero supporto nel trovare la preda e, quando il momento era giusto, Kraven avrebbe avuto il suo campo da caccia offerto su un piatto d'argento. Era esattamente questo ciò che era successo questa volta, esattamente come da aspettative. Una maschera prodotta da Kraven con le fattezze descrittagli da quegli stupidi uomini prima che ponesse fine alle loro vite e subito la polizia iniziava le ricerche al posto suo, permettendogli di dedicarsi ad altro, ovvero trappole e percorsi.
    Aveva sentito storie riguardo alla sua preda: apparentemente era dotato di una furia inarrestabile ed artigli in grado di tagliare qualunque cosa che avevano eliminato più di un avversario.

    Saranno un'eccellente aggiunta alla mia armeria.

    Evadere la polizia mentre preparava la sua caccia era estremamente facile, vista l'inesperienza di sciocchi poliziotti in confronto alla superiore conoscenza ed abilità del cacciatore. Quello che non si aspettava però era la rapidità con la quale la sua preda giunse alla sua zona; aveva avuto pochi giorni per raffinare il suo piano, ma sarebbero dovuti bastare. Tutto iniziava col testare le capacità della sua preda: dopotutto se bastava poco ad eliminarla avrebbe solo sprecato il suo tempo. Ovviamente se una persona veniva accusata di un reato del quale non sapevano nulla avrebbero voluto almeno saperne il motivo, ed un superessere si sarebbe recato in loco. Questo aveva portato Kraven a produrre una seconda maschera con gli stessi tagli che aveva posto nel bancone, essendo l'originale già stato portato via come prova.
    Osservò tramite dei binocoli il suo obiettivo e quegli affascinanti artigli che gli uscivano dalle nocche. Sarebbero stati suoi, assieme alla testa che sarebbe finita nella sua baia segreta, dove teneva i trofei meno socialmente accettabili. Non che importasse a Kraven, ma faceva male al business se i tuoi collaboratori ti reputavano un assassino di uomini, o almeno questo gli aveva insegnato l'esperienza. In nome delle dritte che gli venivano offerte aveva dunque deciso di nascondere almeno quella parte della sua vita.
    Comunque, era il momento di mettere alla prova il suo bersaglio. Tirò fuori la sua balestra e la puntò verso la testa dell'uomo che era al momento occupato a guardare la maschera, appena si fosse girato verso la finestra avrebbe visto un dardo che tirava dritto verso di lui. A Kraven non interessavano sotterfugi, anzi: se la sua preda sapeva di essere cacciata rendeva il tutto più eccitante.

    Non deludermi, Canadese.
     
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2 replies since 8/4/2023, 19:00   53 views
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